martedì 5 febbraio 2013

Tributo a Gianni Migliorini, ex gialloblù, uno di "Noi"

Il calcio totale sbarca al Tizian: tutti pazzi per mister Migliorini

IN ASCESA. Appena appese le scarpe ha preso di petto la situazione per trascinare la squadra verso la promozione
Dai trascorsi all'Hellas alla scuola di Sonzogni e di Glerean fino alle idee rubate a Fascetti: il tecnico guarda tutti dall'alto mentre i tifosi sognano le sfide a Cremonese e Reggiana

Ha sempre comandato lui. In campo ed ora in panchina, testa alta e grinta da vendere. Gianni Migliorini aveva avuto bei maestri d'altronde. E in quella Primavera del Verona dovevi rigar dritto, vietato sgarrare con tutto quel talento attorno. C'erano Toldo e Lamacchi, Guardalben e Fattori, Ghirardello e De Silvestro, Piubelli e Guerra. Soprattutto a tirar le fila c'era Giuliano Sonzogni, uno poco abituato ai compromessi ma che di calcio ne sapeva come pochi. Quell'impronta dev'essere rimasta ancora oggi nella testa di Migliorini, passato in un attimo da giocatore a mister. «A quasi 41 anni era giusto anche smettere», disse il giorno in cui la Sambo si affidò a lui per raddrizzare una barca non proprio dalla rotta sicurissima. Gianni s'è tolto pantaloncini e maglietta, ha usato tanto equilibrio, si è infilato la tuta, ha fatto due conti ed è partito. Fortissimo, senza troppo esitare. In quel Verona non potevi permetterlo, né tantomeno nel Cittadella di Ezio Glerean che incantò l'Italia con quel 3-3-4 di matrice olandese in cui Gianni era un riferimento imprescindibile. L'IDEA AL POTERE. Insomma, un movimento sbagliato ed eri fritto, ma se il meccanismo girava eran dolori per tutti. L'idea al potere, il resto sarebbe venuto di conseguenza. È stato così anche nella piccola San Bonifacio, a cui sembra di essere in serie D da una vita e non da pochi mesi. Tanta fretta dalle parti del Tizian, forse eccessiva. La tentazione però è forte di vedersi fra non molto di fronte a Cremonese, Reggiana, Como, Treviso, Albinoleffe. Con la prossima riforma della vecchia serie C presto quel sogno potrebbe diventare realtà. Migliorini ha capito, ha iniziato a rimodellare la Sambo, a darle forma e soprattutto quella sostanza che aveva appreso di riflesso nell'Hellas di Genio Fascetti, uno che si arrabbiava di brutto all'antistadio quando il suo Verona spesso e volentieri nelle amichevoli del giovedì correva dietro al pallone senza vederlo mai di fronte a quella Primavera forse irripetibile. Oltre alla saggezza Gianni ci ha messo anche tanto mestiere, un allenatore ancora giocatore, con la chiave di accesso giusta per ogni testa. Ce ne sono tante alla Sambonifacese, soprattutto ci sono tanti piedi d'oro che lui finora ha saputo telecomandare alle perfezione. «Non pensavo potesse piacermi così tanto allenare», disse un giorno a "Che Aria Tira", negli studi di TeleArena, quando la sua Sambonifacese stava per spiccare il volo e lui ancora non lo sapeva. LA CARRIERA. I giocatori? Subito conquistati, dal primo all'ultimo. Dal più giovane ai grandi veterani dal nome illustre. Da Ferrarese a Malagò, da Scapini a tutti gli altri. Una carriera senza rimpianti la sua, se non l'infortunio di Perugia che frenò la sua scalata verso vette forse più alte. In quel Grifone umbro c'erano Gianluca Atzori e Federico Giunti, Giovanni Cornacchini e Cristiano Lucarelli. Era un treno da prendere, Migliorini invece fu costretto a scendere. Da allora sono trascorsi vent'anni, il calcio nel frattempo gli ha dato altre opportunità ed altri modelli a cui attingere in anni di tanta serie B e dintorni. Come Franco Varrella alla Reggiana, quando il calcio stava cambiando velocemente. Migliorini ha immagazzinato tutto, si è infilato e tolto le maglie anche di Trento, Pro Sesto, Catania, Siena, Taranto prima di dettare legge in Interregionale fra Trento ancora, Domegliara, Sandonà e Mezzocorona. Il semaforo si è fermato una sera di fine novembre, neanche tre mesi fa. Le scarpette sono finite in soffitta. E sono comparse lavagne. Quella di Sonzogni, quella di Glerean, quella di Varrella, i ricordi di Fascetti infuriato all'antistadio e di quella Primavera che al giovedì poteva battere anche l'Hellas dei grandi. A San Bonifacio hanno trovato il loro manager. Hanno girato a lungo per cercarne uno, ma non serviva. Ce l'avevano in casa.

Alessandro De Pietro

Dal giornale L'Arena del 05/02/13
http://www.larena.it/stories/Sport/464594_il_calcio_totale_sbarca_al_tizian_tutti_pazzi_per_mister_migliorini/?refresh_ce&scroll=1695 

 



 http://www.meetup.com/noi-pescantina

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