mercoledì 17 aprile 2013

Ca´ Filissine, la bonifica verso lo stop



Francesca Mazzola
Troppe le incertezze politiche e sulle tecniche da utilizzare, intanto i commissari chiedono al Comune la «presa d´atto» formale del progetto
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mercoledì 17 aprile 2013 PROVINCIA, pagina 23
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Alcuni cittadini con gli striscioni di protesta contro il progetto di bonifica della discarica ...
In piazza San Rocco gli striscioni all´indirizzo della Commissione Via regionale, scritti con lo spray dai cittadini, non solo di Balconi, preoccupati di ritrovarsi immersi per due anni nella puzza causata dalla movimentazione di 470mila metri cubi di vecchi rifiuti stipati in discarica. Dentro alla sala civica in riva all´Adige i componenti della commissione inviati da Venezia per ascoltare gli amministratori e i tecnici sul progetto di bonifica di Ca´ Filissine presentato da Daneco e dal Comune, senza troppa convinzione, agli inzi di marzo. Ad ascoltare i consiglieri di minoranza e i rappresentanti del Movimento ambiente e vita.

«È solo una riunione interlocutoria», taglia corto il sindaco Alessandro Reggiani durante una pausa della discussione. Ma come, non si diceva che entro l´estate Venezia deciderà per poi avviare il rilascio dell´autorizzazione integrata ambientale? «Anche nel 2011 lo dicevano», ribatte il sindaco, con una certa amara ironia nella voce. E in effetti il primo progetto di bonifica e messa in sicurezza del sito, sotto sequestro da agosto 2006, risale al primo giugno 2011: è l´istanza di via numero 26, affidata alla dottoressa Agnese Rosa, proponente il Comune di Pescantina. Da allora è ancora in itinere. Perché? «Noi abbiamo sempre tenuto la barra dritta», dice il sindaco, «tutti erano d´accordo per intervenire anche sul vigneto Ferrari, così da mettere in sicurezza un´area vasta e risolvere il problema dell´inquinamento. Poi ha fatto marcia indietro la Regione con una mozione, quindi ci si è messa la Provincia con le sue prescrizioni». Ed ora anche il Comune, che a margine della seconda versione del progetto, quella di cui si discute ora e che interviene sulla parete est ma lascia stare il vigneto Ferrari, ha anche approvato una mozione unanime che impegna il Comune a ritirare la stessa proposta nel caso venga approvata da Venezia senza modifiche meno impattanti. «L´integrazione la protocolliamo oggi in commissione Via», prosegue Reggiani. Si tratta di quella redatta dalla direzione tecnica del Comune (ingegner Giorgio Sterzi) e che prevede di realizzare un barriera di pozzi di emungimento del percolato lungo la parete Est, così da scongiurare il rischio di ulteriore inquinamento da ammoniaca della falda acquifera.
«Qualcosa comunque va fatto», aggiunge il sindaco, «ci sono 20 milioni di euro che dobbiamo restituire. Sono costituiti da fondi post mortem, somme per il terzo controllore, lavori di impermeabilizzazione e scavo di pozzi di emungimento già eseguiti da Daneco. All´interno del progetto c´è il nostro impegno in questo senso». Un grosso debito che rimane sulle spalle di tutti i cittadini di Pescantina se non si trova una percorso condiviso.

IL TECNICO. L´ingegner Mario Dell´Acqua ha curato per conto di Daneco il progetto presentato alla Commissione Via. Mette sul tappeto della discussione un problema di carattere tecnico. «Non è certo che si riesca ad asportare il percolato senza movimentare i rifuti», afferma, «in questi anni se ne è accumulato talmente tanto che è diventato caramelloso, denso, risulta difficile estrarlo». E poi non è detto che il Tribunale accetti una modifica che prevede di intervenire rendendo inerti i rifiuti senza scavare e andare a verficare l´origine dell´inquinamento, sanando di conseguenza il catino o la parete della discarica.

MOVIMENTO AMBIENTE E VITA. Matteo Pontara lo ha chiesto per ben due volte: «La discarica perde? E lo studio Dell´Acqua ha risposto di sì», afferma a nome del Movimento ambiente e vita. La zona è quella tra i lotti 5 e 6, parete Est, di confine con il vigneto Ferrari. «Ebbene», riprende Pontara, «se c´è certezza che la discarica perde, forse il Tribunale potrebbe rivedere le responsabilità, visto che sono stati tutti assolti. E se responsabilità ci sono, perché è la stessa Daneco che ha il compito di rimediare? E perché i danni dovrebbero ricadere tutti e solo sulle spalle dei cittadini?». Ma per il Movimento un punto importante è stato fissato nell´incontro di ieri. «La commissione ha chiesto formalmente che il Comune prenda atto con voto di giunta e del consiglio comunale del progetto presentato alla discussione ai primi di marzo. È fondamentale per noi che torni in consiglio». Perché il consiglio si è già impegnato a ritirare il progetto se non viene mitigato. Insomma, una sorta di corto circuito amministrativo.

LE ALTERNATIVE. Non sarebbe del tutto inutile, a questo punto, se Comune, Arpav, o altri proponenti istituzionali riaprissero il dialogo con il Tribunale, alla luce degli studi condotti più di recente su Ca´ Filissine, così da valutare la possibilità di interventi tecnici per la messa in sicurezza della grande discarica alternativi a quelli della movimentazione di tonnellate e tonnellate di rifiuti, con tutti i disagi del caso. La riapertura di un vero dialogo in paese sarebbe gradita a tutte le forze di minoranza, ieri presenti all´incontro. C´erano Simone Aliprandi della Lega Nord, Lorenzo Mascanzoni della lista Testa, Rosanna Lavarini di Progetto Pescantina nonché residente a Balconi, Sabrina Riolfi e Vittoria Borghetti de Il buongoverno per Pescantina, Paola Zanolli del Pd. Da tutti, con sfumature diverse, la richiesta di bloccare la movimentazione dei rifiuti e di tornare a discutere il da farsi, mettendo al primo posto la salute dei cittadini e la salvaguardia dell´ambiente.

L´EMERGENZA. Intanto non rimane che riprendere ad emungere il percolato. Il sindaco ha firmato l´ordinanza che dà il compito a Daneco di trovare la ditta da incaricare del servizio. Ci sono gli ultimi 700mila euro da spendere per questa operazione. Finiti i soldi, non ci sarà più alcun argine all´emergenza.



 http://www.meetup.com/noi-pescantina

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