martedì 8 gennaio 2013

I rifiuti di Verona bruciano in Lombardia



L´EMERGENZA. La nostra città si è trovata impreparata all´entrata in vigore della nuova legge che impone di non portare più alcune tipologie di spazzatura in discarica
I rifiuti di Verona bruciano in Lombardia
sabato 05 gennaio 2013 – CRONACA – Pagina 11
L´immondizia viene smaltita negli inceneritori di Brescia, Pavia e Piacenza. Il primo di quattro bilici è partito ieri pomeriggio

Raccolta rifiuti in città. Problemi anche con il cambio di calendario per il «porta a porta» FOTO MARCHIORI
Destinazione Brescia, Pavia, Piacenza. Ieri, i rifiuti non riciclabili «made in Verona» hanno iniziato il loro viaggio verso tre diversi inceneritori. Il primo grosso carico, a bordo di quattro bilici, è partito nel pomeriggio per essere ridotto in fumo e cenere a circa trecento chilometri di distanza, nell´impianto della Lomellina, nella pianura pavese.
L´«esportazione» della nostra immondizia in altre regioni durerà almeno una settimana, fa sapere il presidente di Amia Andrea Miglioranzi. E cioè fino a quando non sarà smaltita la montagna di rifiuti non riciclabili che, in questi primi giorni di gennaio, è stata temporaneamente accumulata nel Legnaghese, nella discarica di località Torretta.
Si spera così di tamponare la «situazione speciale» - come la definisce Miglioranzi per non usare ancora il termine «emergenza» - in cui siamo piombati. Tra l´altro, «le festività hanno portato a un incremento della quantità di spazzatura prodotta», specifica Miglioranzi.
Ma perlomeno, sempre a detta del presidente di Amia, sembra scongiurato (per ora) l´aumento della tariffa comunale, inizialmente paventato per supplire alla spesa imprevista dell´incenerimento dei nostri rifiuti. Infatti, spiega Miglioranzi, «il bilancio dell´azienda è in grado di far fronte alla situazione straordinaria per qualche settimana. Ma non di più. Entreremo in emergenza se, nel frattempo, il governo non prenderà provvedimenti urgenti per evitare il cortocircuito dei sistemi di smaltimento dei rifiuti in tutta Italia».
Cosa sta succedendo? Siamo «incastrati» dalla mancata proroga del decreto legislativo 36 del 2003, articolo 6, con il quale viene vietato il conferimento in discarica per un´ampia tipologia di rifiuti non riciclabili. Si tratta, in generale, di rifiuti con potere calorifero superiore ai 13mila kilojoule.
Per oltre dieci anni l´applicazione della norma era stata rimandata in modo automatico, come spesso succede nel nostro Paese, perché altrimenti si sarebbe dovuto metter mano in modo radicale all´intero, complicato sistema di smaltimento dei rifiuti.
Dunque anche stavolta si dava per scontato il rinvio. Che però, a sorpresa, non è arrivato. La norma quindi entra in vigore, nonostante ancora manchi una soluzione alternativa alla discarica da attuare nei confini della nostra provincia. Invece nel frattempo è giunto, dalla Regione, il blocco al progetto relativo all´inceneritore di Ca´ del Bue.
La conseguenza di questa somma di eventi è il rischio di «esplosione» del sistema veronese per lo smaltimento dei rifiuti, gestito da Amia in città, da Serit per Valpolicella e area Garda Baldo, Esacom per la Bassa.
Fino ad oggi 100 tonnellate di rifiuto secco non riciclabile, separate dalle 400 totali prodotte a Verona e provincia, finivano nella discarica in località Torretta di Legnago. Dal 3 gennaio, per effetto della nuova norma, i camion colmi di immondizia non possono far altro che ammassare il loro carico in un magazzino limitrofo alla discarica legnaghese. Ma il carico non può restare lì per più di 30 giorni. Unica soluzione, incenerire. Lunedì, il vicepresidente della Provincia e assessore all´ambiente Fabio Venturi effettuerà un sopralluogo alla Torretta «per una verifica relativa all´emergenza rifiuti di questi giorni», specifica una nota. Oltre a lui, saranno presenti Gian Maria Spinelli, presidente di Le.Se. - Legnago Servizi Spa, Roberto Rettondini e Graziano Lorenzetti, rispettivamente sindaco e assessore all´ambiente di Legnago. Intanto, «nell´impianto di Ca´ del Bue continua la separazione di 300 tonnellate quotidiane di rifiuto secco», ricorda Miglioranzi.
Come se non bastasse, si aggiunge un problema alla «fonte». Ovvero, in questi giorni molti cittadini hanno sbagliato il giorno di consegna dei vari rifiuti differenziati. E le immondizie sono rimaste per strada. La causa risiede nel cambio del calendario di Amia, la quale però addita la disattenzione degli utenti.
«I nuovi calendari per la differenziata sono stati consegnati in tutte le case dai netturbini, e precedentemente ne era stata data notizia anche attraverso gli organi di informazione. Chi ha sbagliato, probabilmente, non ha letto bene il materiale fornito", giunge voce dall´azienda. O i calendari non sono stati forniti a tutti i cittadini e in tutti i quartieri.L.CO


 http://www.meetup.com/noi-pescantina

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