La richiesta è stata avanzata dalla giunta comunale di Pescantina e da Legambiente. Nel processo coinvolti ex funzionari pubblici e dirigenti della discarica
VERONA - Sei anni dopo il
clamoroso provvedimento di sequestro che aveva fatto chiudere l’intero
sito di smaltimento per ordine della magistratura, Comune di Pescantina e
Legambiente hanno presentato (e puntualmente motivato) una richiesta di
risarcimento-danni pari a nove milioni e cinquantamila euro. Lo hanno
fatto mercoledì mattina a palazzo di giustizia, nel corso del processo
incentrato sul caso-inquinamento alla discarica di Ca’ Filissine:
tuttora posto sotto sigilli dal 29 agosto di sei anni fa, il sito e,
soprattutto, le relative violazioni penali avevano indotto alla scorsa
udienza in aula il pubblico ministero Francesco Rombaldoni a sollecitare
un totale di cinque anni e nove mesi di reclusione. Richieste, quelle
da parte dell’accusa, a cui mercoledì mattina si sono associati gli
avvocati di parte civile Tirapelle (in rappresentanza di Legambiente,
che ha inoltre sollecitato cinquantamila euro di danni) e Mirabile (che
cura gli interessi del Comune di Pescantina, ente che ieri ha anche
presentato una richiesta di risarcimento pari a nove milioni di euro).
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