Uscendo dai locali della Pieve di San Floriano, dove si parlava di movimento Transition, ho visto una Valpolicella bruciata sul rogo della monocoltura. Ho immaginato i vigneti distrutti, il ritorno del frumento e del mais, la “quaretta” di patate, l’orto, la gabbia dei conigli, galline dovunque e, immancabile, il maiale a divorare tutti gli avanzi e a risolvere il problema dei rifiuti. A dire il vero mi sono anche tornati alla mente i “livelli” che i miei progenitori dovevano ogni anno proprio alla Pieve di San Floriano: un “minale” di grano, due tortore, due casse di uva e quattro merli. Poiché il motivo forte del movimento è quello della riduzione della dipendenza dal petrolio, ecco il suggerimento di ridurre drasticamente l’uso dei mezzi di trasporto. Quindi è una follia andare tutti i giorni a lavorare a Vicenza in macchina. E una ragazza invece di fare la stilista si accontenta di cucire quattro paia di pantaloni lì vicino a casa. L’aereo non si prende perché consuma e inquina. Il mondo per ognuno di noi si riduce allo spazio raggiungibile a piedi, massimo in bicicletta. Se una malattia grave vi spingesse verso Milano, la Svizzera o New York, scordatevelo: si va all’ospedale di Negrar, magari a piedi scavalcando la Masua. E se lì non vi sanno curare, beh significa che era la vostra ora. Ma gli argomenti in cui il movimento si dimostra davvero ferrato sono quelli economici. A parte l’idea stravagante delle banche che si svegliano alla mattina e, non avendo nulla di meglio da fare, si mettono a stampare carta moneta, uno degli obiettivi a cui tende il movimento è la Moneta Locale. Non si capisce se appartengono a quelli del “è l’Euro che ci ha rovinati” o se hanno in mente qualche cosa che si avvicina di più alle origini degli scambi. Secondo me il modello di riferimento è il Baratto. Una gallina in cambio di sei melanzane, quattro peperoni e un chilo di farina. Poiché il diavolo è rappresentato dal consumismo sfrenato, ecco come batterlo: ridurre drasticamente i consumi. Come dire: se riduciamo a metà i nostri consumi, metà dei lavoratori perderanno il posto di lavoro. Ma questa è una questione assolutamente secondaria per i seguaci del Transition Style. Non sono molto pratico di santoni (neanche di santini, se è per quello); eppure l’aria che si respirava ieri sera a San Floriano era quella della setta americana. Coinvolgimento emotivo, parole chiave (RESILIENZA equivale al MISTERO DELLA FEDE), ed ecco l’immancabile padre fondatore: Rob Hopkins. Anche la tecnica di PROPAGAZIONE non mi è sconosciuta. Raccolta dei nomi, referenti locali, facciamo una festa: vuoi vedere che sta nascendo un’altra SCIENTOLOGY ? |
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