domenica 25 settembre 2011

Più che un sogno, un INCUBO


 






Uscendo dai locali della Pieve di San Floriano, dove si parlava di movimento Transition, ho visto una Valpolicella bruciata sul rogo della monocoltura. Ho immaginato i vigneti distrutti, il ritorno del frumento e del mais, la “quaretta” di patate, l’orto, la gabbia dei conigli, galline dovunque e, immancabile, il maiale a divorare tutti gli avanzi e a risolvere il problema dei rifiuti. A dire il vero mi sono anche tornati alla mente i “livelli” che i miei progenitori dovevano ogni anno proprio alla Pieve di San Floriano: un “minale” di grano, due tortore, due casse di uva e quattro merli.

Poiché il motivo forte del movimento è quello della riduzione della dipendenza dal petrolio, ecco il suggerimento di ridurre drasticamente l’uso dei mezzi di trasporto. Quindi è una follia andare tutti i giorni a lavorare a Vicenza in macchina. E una ragazza invece di fare la stilista si accontenta di cucire quattro paia di pantaloni lì vicino a casa. L’aereo non si prende perché consuma e inquina. Il mondo per ognuno di noi si riduce allo spazio raggiungibile a piedi, massimo in bicicletta. Se una malattia grave vi spingesse verso Milano, la Svizzera o New York, scordatevelo: si va all’ospedale di Negrar, magari a piedi scavalcando la Masua. E se lì non vi sanno curare, beh significa che era la vostra ora.

Ma gli argomenti in cui il movimento si dimostra davvero ferrato sono quelli economici. A parte l’idea stravagante delle banche che si svegliano alla mattina e, non avendo nulla di meglio da fare, si mettono a stampare carta moneta, uno degli obiettivi a cui tende il movimento è la Moneta Locale. Non si capisce se appartengono a quelli del “è l’Euro che ci ha rovinati” o se hanno in mente qualche cosa che si avvicina di più alle origini degli scambi. Secondo me il modello di riferimento è il Baratto. Una gallina in cambio di sei melanzane, quattro peperoni e un chilo di farina.
Poiché il diavolo è rappresentato dal consumismo sfrenato, ecco come batterlo: ridurre drasticamente i consumi. Come dire: se riduciamo a metà i nostri consumi, metà dei lavoratori perderanno il posto di lavoro. Ma questa è una questione assolutamente secondaria per i seguaci del Transition Style.

Non sono molto pratico di santoni (neanche di santini, se è per quello); eppure l’aria che si respirava ieri sera a San Floriano era quella della setta americana. Coinvolgimento emotivo, parole chiave (RESILIENZA equivale al MISTERO DELLA FEDE), ed ecco l’immancabile padre fondatore: Rob Hopkins.
Anche la tecnica di PROPAGAZIONE non mi è sconosciuta. Raccolta dei nomi, referenti locali, facciamo una festa: vuoi vedere che sta nascendo un’altra SCIENTOLOGY ?



 www.noipescantina.it

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