PASSANTE DELLE TORRICELLE. Confronto in Letteraria fra assessore Corsi e architetti
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L'iniziativa si farà domenica 12 giugno. «L'opera riguarda tutti». L'assessore: «Perdita di tempo noi diamo
risposte concrete» Il Comune non vuol fare il referendum consultivo su Traforo delle Torricelle e Passante Nord? Niente paura. Domenica 12 giugno, in concomitanza con la consultazione su gestione dell'acqua pubblica, legittimo impedimento e, forse, sul nucleare, ne organizzaranno uno «fai da te» gli attivisti del comitato che si batte contro quello che definiscono il «collegamento autostradale delle Torricelle». Lo ha annunciato ieri, durante un dibattito alla Società letteraria cui ha partecipato anche l'assessore alla mobilità Enrico Corsi, lo stesso presidente del comitato Alberto Sperotto. «Metteremo le urne in varie zone della città non vicino ai seggi in cui si voteranno i referendum nazionali perché la legge lo vieta», spiega il rappresentante degli anti-Traforo. A dar fuoco alle polveri su questo tema è Giorgio Massignan di Italia Nostra. «Il problema principale di questa città è l'inquinamento atmosferico causato soprattutto dal traffico. Ad oggi siamo già a 70 giorni di sforamento dei limiti per le polveri sottili, ma anziché incentivare la riduzione dell'utilizzo delle auto potenziando il trasporto pubblico», sottolinea, «viene progettata un'autostrada urbana a due chilometri dalla Bra e vicino all'ospedale di Borgo Trento, quindi era giusto sentire i cittadini perché l'impatto di quest'opera riguarda tutti». L'avvocato Carlo Trentini, dei Cittadini per il referendum ricorda che a Milano la giunta Moratti aveva modificato il regolamento per inserire delle consultazioni locali nel giorno dei referendum nazionali. «La democrazia», esclama, «non la si esercita solo ogni cinque anni, quando si vota, ma è un dialogo continuo con la città e Milano ha dimostrato più sensibilità al dialogo». E a chi gli fa notare che, durante l'amministrazione Zanotto, l'allora consigliere di opposizione Flavio Tosi chiese una consultazione sulla tramvia, l'assessore Corsi ribatte: «Nel programma di Zanotto quell'opera da 160 milioni di euro, invasiva e insostenibile finanziariamente, non c'era, mentre noi nel nostro programma il Traforo l'avevamo scritto chiaro. Ma se viene reputata un'opera così devastante, alle elezioni dell'anno prossimo i cittadini avranno modo di bocciarci, sarà il principale parametro per la conferma del consenso». Rielezione o
no del sindaco Tosi, tuttavia, Corsi afferma che l'opera «comunque si farà». Perché? «Una volta partita la gara, chiunque guidi in futuro l'amministrazione dovrà continuare l'intervento, che piaccia o no. Oltre che per i costi», continua, «ci siamo opposti alla richiesta di referendum perché bloccherebbe l'iter del Traforo e noi non vogliamo fermarci: in questi cinque anni di mandato vogliamo dare risposte concrete alla città».
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Mercoledì 01 Giugno 2011 CRONACA Pagina 16
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