L'INCENERITORE. Manifestazione contro l'impianto, mentre in Agsm prendeva il via la conferenza di servizi. Il progetto va avanti, comitati ed esponenti politici (Pd, Cinquestelle, Sel e Veneto Stato) non cedono
04/09/2012
Verona. Tutti uniti contro il «mostro» di Ca' del Bue. Anche sotto una pioggia battente. Una trentina di manifestanti si sono esibiti ieri a suon di fischietti, trombe e striscioni sotto gli uffici di Agsm in lungadige Galtarossa dove si stava svolgendo la conferenza dei servizi sul nuovo impianto di termovalorizzazione alle basse di San Michele. Si trattava dell'ultima riunione prima dell'approvazione del progetto preliminare da parte del Consiglio di amministrazione di Agsm, nel quale è stato preso atto il parere favorevole della Soprintendenza e della proposta viabilistica dell'azienda (sottoposto al Cipe) per la creazione di un nuovo svincolo, sulla carreggiata Ovest, verso l'impianto. Agsm ha ribadito poi tutta una serie di opere di compensazione tra cui il teleriscaldamento per Verona e per i Comuni limitrofi oltre a un monitoraggio non solo sul territorio scaligero ma anche in quelli limitrofi, compreso il Comune di Zevio, che saranno resi di pubblico dominio, passo dopo passo. Infine si è discusso della grandezza dell'impianto e del suo possibile ridimensionamento su indicazione regionale. Intanto sul lungadige, sotto gli uffici di Agsm, manifestava gruppi diversi che raramente è capitato di vedere insieme. I primi a scherzarci su sono proprio i consiglieri comunali presenti: quelli i cui leader, a livello nazionale, si stanno scambiando reciprocamente gli epiteti di «fascisti» e «pidduisti», ovvero gli esponenti del Partito democratico e del Movimento 5 Stelle. Ma accanto a loro anche gli attivisti di Veneto Stato, con la passionaria indipendentista Patrizia Badii, i responsabili di Sinistra ecologia e libertà e dei diversi comitati: da Salute Verona di Daniele Nottegar a Insieme per Borgo Roma di Sergio Mantovani fino alle mamme di San Giovanni Lupatoto. I tre sindaci dei Comuni limitrofi (San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo e Zevio) che, dopo le elezioni, hanno confermato l'alleanza contro l'inceneritore, erano presenti alla conferenza di servizi, ma prima di entrare, sfidando la pioggia, si sono avvicinati alla cancellata che li divideva dai manifestanti per rassicurarli sul fatto che porteranno avanti la battaglia contro l'impianto. Federico Vantini, primo cittadino di San Giovanni Lupatoto annuncia infatti «guerra aperta a un impianto con tecnologia obsoleta, inutile e dannosa, che non vogliamo sui nostri territori». I «grillini», tramite Mathia Guerzoni, consigliere in settima circoscrizione, aggiungono: «È fondamentale osteggiare quest'opera assurda perché Verona non produce abbastanza rifiuti per mantenere un simile impianto». Gli fa eco Patrizia Badii (Veneto Stato) che ricorda: «Impianto inutile visto che il Veneto è una eccellenza nel riciclo, quindi bisogna trasformare il progetto nella più grande piattaforma di trattamento a freddo dei rifiuti, creando così anche nuovi posti di lavoro». Vincenzo Genovese (Sel), prosegue: «Siamo storicamente contrari all'inceneritore, ma crediamo che con questa operazione il sindaco metta in seria difficoltà un'altra delle aziende municipalizzate». Anche il segretario del Pd, Vincenzo D'Arienzo, presente con colleghi del Consiglio comunale, ribadisce: «L'impianto non risolve il problema dello smaltimento dei rifiuti anzi lo aggrava». Daniele Nottegar (Salute Verona) bolla invece l'operazione come un «buon affare, ma non per i cittadini perché non serve, nuoce alla salute e sarà pagato con le tasse dei veronesi».
Giorgia Cozzolino
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