Verona. Tutte le scuole ubicate nel territorio del Comune di Verona resteranno chiuse nella giornata di domani, per consentire di effettuare i rilievi tecnici necessari a verificare la presenza di eventuali lesioni strutturali, che possano compromettere la sicurezza degli edifici.
Lo dispone un’ordinanza firmata oggi dal Sindaco Flavio Tosi, in considerazione dello sciame sismico di rilevante entità, che nella notte tra il 24 e il 25 gennaio ha interessato il nord Italia e anche la città di Verona. La chiusura riguarda tutti gli asili nido e tutte le strutture scolastiche, sia pubbliche che private, del territorio comunale. Nella giornata di domani sarà attivo per informazioni il numero verde gratuito ; è possibile anche contattare l'Ufficio Relazioni con il Pubblico al numero (numero di ingresso con più linee) in orario 9-13 e 15-17.
La Protezione civile regionale è allertata e si è attivata sin da questa notte per seguire l’evolversi della situazione determinata dalla scosse telluriche che hanno interessato un’area della provincia di Verona in prossimità dei Comuni di Bosco Chiesanuova, Cerro, Fumane, Grezzana, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro Incariano e Sant’Anna D’Alfaedo.
Al momento non sono stati segnalati problemi alle persone mentre, per quanto riguarda gli edifici, si sono verificati danneggiamenti di cornicioni e alcune crepe negli edifici più vecchi.
«I nostri tecnici – sottolinea l’assessore regionale Daniele Stival – sono attivi su tutto il fronte ed in contatto con i loro colleghi nazionali. Secondo gli esperti l’evento veronese non è da mettere in relazione diretta con quello avvenuto nel reggiano». «La Protezione Civile – aggiunge Stival – raccomanda a tutti i soggetti che abbiano responsabilità di conduzione di edifici pubblici di monitorare attentamente la situazione, assumendo, se del caso, gli adeguati provvedimenti». Anche alla luce del fatto che tecnicamente un evento sismico non può essere né previsto, né escluso a priori, il sito ufficiale della Protezione Civile regionale ha pubblicato una nota, nella quale, tra l’altro, si specifica come «voci che attualmente stanno circolando che prevedono con certezza un evento sismico, sono da ritenersi procurati allarmi».
Intanto un vertice in Prefettura, chiusosi in tarda mattinata, puntualizza la situazione sul terremoto. Il prefetto, Perla Stancari, conferma: «Dalla Prefettura non è stato diramato alcun ordine di evacuazione». Anche la Provincia ha smentito in mattinata di avere diramato ordini di evacuazione per le scuole superiori e altri edifici di sua competenza.
In città, in queste ore, si è diffuso un certo panico: molti sono scesi in strada da case ed uffici. L'assessore comunale alla protezione civile, Marco Padovani, assicura però: «La protezione civile non ha dato alcun ordine di evacuazione. Ci sono state segnalate telefonate di mitomani che hanno creato il panico. Ribadisco che non è possibile prevedere l'arrivo di nuove scosse».
Otto le scosse di terremoto avvertite tra ieri sera e stamane nel Veronese. La più forte della notte è stata registrata alle 0.54 ed è stata di magnitudo 4,2. In mattinata la replica, alle 9,06 e alle 9,24, con le due scosse di 4,9 e 4,2 di magnitudo che hanno interessato la pianura Padana, nel Reggiano.
Lievi, secondo i primi controlli, i danni registrati nel Veronese. Alcune crepe sono apparse sui muri del liceo «Anti» di Villafranca, mentre alcuni pezzi di marmo si sono staccati dalla chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio di Valpolicella. In città crepe sono apparse su alcuni palazzi, mentre alcune persone hanno trascorso la scorsa notte in auto.
Secondo Giangaetano Malesani, dell'Osservatorio meteosismico, «questi ultimi eventi sono una sorta di coda delle scosse del 2009, che di fatto non si sono mai esaurite. E altre potrebbero seguire».
Secondo i rilievi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 10,3 km di profondità e epicentro nell'area compresa tra i comuni di Bosco Chiesanuova, Cerro Veronese, Fumane, Grezzana, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro in Cariano. Le prime due scosse sono state localizzate in Valpolicella, tra Marano e Fumane ma ben avvertite anche in città e, in particolare, nell'area di Borgo Trento. La prima alle 20.41, come riferisce il Centro sismico, è stata localizzata a circa otto chilometri di profondità, con una magnitudo pari a 2.7, mentre la seconda di 2,1 è stata registrata alle 20.50. Si sarebbe trattato, a detta degli esperti, di scosse abbastanza superficiali e perciò chiaramente avvertite dalla popolazione. Prolungata e molto violenta è stata invece quella nella notte, alle 0,54, seguita all'1.05 da una replica di 2.1 gradi della scala Richter. La scossa è stata particolarmente avvertita ai piani alti delle case e moltissima gente, risvegliata all'improvviso e spaventata, si è riversata per strada nel timore di ulteriori eventi sismici. La prima scossa, in particolare, è stata captata molto bene in centro città con tremori che hanno fatto vibrare per pochi secondi i mobili e forse fatto dondolare qualche lampadario, seminando una certa preoccupazione tra gli abitanti dei piani alti dei palazzi. Dall'ospedale di Borgo Trento sono partite chiamate al Centro sismico per chiedere informazioni sul fenomeno. Ma anche il centralino della caserma dei vigili del fuoco è stato oggetto di una tempesta di chiamate da parte di utenti preoccupati, non tanto per segnalare danni o altri problemi ma per chiedere «cosa fosse successo e se bisognasse preoccuparsi». Più di qualcuno ha detto di aver anche avvertito un boato prima delle scosse. Anche l'Osservatorio sismico nazionale ha rilevato le scosse che hanno impensierito i veronesi ma per le quali, almeno fino a ieri sera, non erano state verificate conseguenze per cose e persone. Le rilevazioni del personale tecnico sono proseguite per la nottata per circoscrivere l'evento e inserirlo in un contesto più ampio, come avviene in questi casi destinati ad alimentare la statististica dei fenomeni sismici. L'ultimo evento sismico risale al 29 ottobre scorso, quando, alle 6,13, la Valdadige si mosse con un sussulto pari a 4.2 gradi di magnitudo della scala Richter, uno scossone con epicentro Ala-Avio-Belluno Veronese. La magnitudo era stata di 3.1 gradi Richter. L'epicentro era tra Sommavilla e Marniga di Brenzone e, più precisamente, lungo Via del Sole, la strada che scende dalla Val Trovai a Castello, nel medesimo Comune. La profondità era stata tra i 5 e gli 8 chilometri dalla superficie terrestre ben percepibile dalla popolazione non solo locale, quindi, ad esempio, a Brenzone e Malcesine. Dopo quella scossa ne seguirono almeno altre 55 scosse di minore intensità, la maggior parte percepite solamente dagli strumenti. Lo sciame sismico non aveva interessato solo la Val d'Adige e il monte Baldo ma anche parte dell'altopiano della Lessinia e in particolare la zona di Sant'Anna d'Alfaedo.
È intanto ripresa gradualmente dalle 5 di questa mattina la circolazione ferroviaria nel nodo di Verona sulle linee interessate. La circolazione ferroviaria era stata sospesa nella notte per verifiche e accertamenti a seguito della scossa.
Lo dispone un’ordinanza firmata oggi dal Sindaco Flavio Tosi, in considerazione dello sciame sismico di rilevante entità, che nella notte tra il 24 e il 25 gennaio ha interessato il nord Italia e anche la città di Verona. La chiusura riguarda tutti gli asili nido e tutte le strutture scolastiche, sia pubbliche che private, del territorio comunale. Nella giornata di domani sarà attivo per informazioni il numero verde gratuito ; è possibile anche contattare l'Ufficio Relazioni con il Pubblico al numero (numero di ingresso con più linee) in orario 9-13 e 15-17.
La Protezione civile regionale è allertata e si è attivata sin da questa notte per seguire l’evolversi della situazione determinata dalla scosse telluriche che hanno interessato un’area della provincia di Verona in prossimità dei Comuni di Bosco Chiesanuova, Cerro, Fumane, Grezzana, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro Incariano e Sant’Anna D’Alfaedo.
Al momento non sono stati segnalati problemi alle persone mentre, per quanto riguarda gli edifici, si sono verificati danneggiamenti di cornicioni e alcune crepe negli edifici più vecchi.
«I nostri tecnici – sottolinea l’assessore regionale Daniele Stival – sono attivi su tutto il fronte ed in contatto con i loro colleghi nazionali. Secondo gli esperti l’evento veronese non è da mettere in relazione diretta con quello avvenuto nel reggiano». «La Protezione Civile – aggiunge Stival – raccomanda a tutti i soggetti che abbiano responsabilità di conduzione di edifici pubblici di monitorare attentamente la situazione, assumendo, se del caso, gli adeguati provvedimenti». Anche alla luce del fatto che tecnicamente un evento sismico non può essere né previsto, né escluso a priori, il sito ufficiale della Protezione Civile regionale ha pubblicato una nota, nella quale, tra l’altro, si specifica come «voci che attualmente stanno circolando che prevedono con certezza un evento sismico, sono da ritenersi procurati allarmi».
Intanto un vertice in Prefettura, chiusosi in tarda mattinata, puntualizza la situazione sul terremoto. Il prefetto, Perla Stancari, conferma: «Dalla Prefettura non è stato diramato alcun ordine di evacuazione». Anche la Provincia ha smentito in mattinata di avere diramato ordini di evacuazione per le scuole superiori e altri edifici di sua competenza.
In città, in queste ore, si è diffuso un certo panico: molti sono scesi in strada da case ed uffici. L'assessore comunale alla protezione civile, Marco Padovani, assicura però: «La protezione civile non ha dato alcun ordine di evacuazione. Ci sono state segnalate telefonate di mitomani che hanno creato il panico. Ribadisco che non è possibile prevedere l'arrivo di nuove scosse».
Otto le scosse di terremoto avvertite tra ieri sera e stamane nel Veronese. La più forte della notte è stata registrata alle 0.54 ed è stata di magnitudo 4,2. In mattinata la replica, alle 9,06 e alle 9,24, con le due scosse di 4,9 e 4,2 di magnitudo che hanno interessato la pianura Padana, nel Reggiano.
Lievi, secondo i primi controlli, i danni registrati nel Veronese. Alcune crepe sono apparse sui muri del liceo «Anti» di Villafranca, mentre alcuni pezzi di marmo si sono staccati dalla chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio di Valpolicella. In città crepe sono apparse su alcuni palazzi, mentre alcune persone hanno trascorso la scorsa notte in auto.
Secondo Giangaetano Malesani, dell'Osservatorio meteosismico, «questi ultimi eventi sono una sorta di coda delle scosse del 2009, che di fatto non si sono mai esaurite. E altre potrebbero seguire».
Secondo i rilievi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 10,3 km di profondità e epicentro nell'area compresa tra i comuni di Bosco Chiesanuova, Cerro Veronese, Fumane, Grezzana, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro in Cariano. Le prime due scosse sono state localizzate in Valpolicella, tra Marano e Fumane ma ben avvertite anche in città e, in particolare, nell'area di Borgo Trento. La prima alle 20.41, come riferisce il Centro sismico, è stata localizzata a circa otto chilometri di profondità, con una magnitudo pari a 2.7, mentre la seconda di 2,1 è stata registrata alle 20.50. Si sarebbe trattato, a detta degli esperti, di scosse abbastanza superficiali e perciò chiaramente avvertite dalla popolazione. Prolungata e molto violenta è stata invece quella nella notte, alle 0,54, seguita all'1.05 da una replica di 2.1 gradi della scala Richter. La scossa è stata particolarmente avvertita ai piani alti delle case e moltissima gente, risvegliata all'improvviso e spaventata, si è riversata per strada nel timore di ulteriori eventi sismici. La prima scossa, in particolare, è stata captata molto bene in centro città con tremori che hanno fatto vibrare per pochi secondi i mobili e forse fatto dondolare qualche lampadario, seminando una certa preoccupazione tra gli abitanti dei piani alti dei palazzi. Dall'ospedale di Borgo Trento sono partite chiamate al Centro sismico per chiedere informazioni sul fenomeno. Ma anche il centralino della caserma dei vigili del fuoco è stato oggetto di una tempesta di chiamate da parte di utenti preoccupati, non tanto per segnalare danni o altri problemi ma per chiedere «cosa fosse successo e se bisognasse preoccuparsi». Più di qualcuno ha detto di aver anche avvertito un boato prima delle scosse. Anche l'Osservatorio sismico nazionale ha rilevato le scosse che hanno impensierito i veronesi ma per le quali, almeno fino a ieri sera, non erano state verificate conseguenze per cose e persone. Le rilevazioni del personale tecnico sono proseguite per la nottata per circoscrivere l'evento e inserirlo in un contesto più ampio, come avviene in questi casi destinati ad alimentare la statististica dei fenomeni sismici. L'ultimo evento sismico risale al 29 ottobre scorso, quando, alle 6,13, la Valdadige si mosse con un sussulto pari a 4.2 gradi di magnitudo della scala Richter, uno scossone con epicentro Ala-Avio-Belluno Veronese. La magnitudo era stata di 3.1 gradi Richter. L'epicentro era tra Sommavilla e Marniga di Brenzone e, più precisamente, lungo Via del Sole, la strada che scende dalla Val Trovai a Castello, nel medesimo Comune. La profondità era stata tra i 5 e gli 8 chilometri dalla superficie terrestre ben percepibile dalla popolazione non solo locale, quindi, ad esempio, a Brenzone e Malcesine. Dopo quella scossa ne seguirono almeno altre 55 scosse di minore intensità, la maggior parte percepite solamente dagli strumenti. Lo sciame sismico non aveva interessato solo la Val d'Adige e il monte Baldo ma anche parte dell'altopiano della Lessinia e in particolare la zona di Sant'Anna d'Alfaedo.
È intanto ripresa gradualmente dalle 5 di questa mattina la circolazione ferroviaria nel nodo di Verona sulle linee interessate. La circolazione ferroviaria era stata sospesa nella notte per verifiche e accertamenti a seguito della scossa.

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