E' il governo delle liberalizzazioni, del rilancio dell'economia, della crescita, del lavoro ai giovani. Ma attacca l'esito del referendum dello scorso giugno, quello per intenderci che ha decretato che l'acquadeve essere un "servizio pubblico privo di rilevanza economica". Oltre 25milioni di italiani si sono espressi in merito votando sì ai due quesiti referendari. Il primo per abrogare il decreto Ronchi (che prevedeva la partecipazioni dei privati nei servizi pubblici locali); il secondo per la "remunerazione del capitale investito pari al 7 per cento".
Eppure stamattina il sottosegretario all'economia Gianfranco Polillo, in un intervento sulla trasmissione Agora di Rai3, ha dichiarato: “La fase due del Governo parte dalle liberalizzazioni che saranno essenzialmente concentrate sul terreno economico, poi riguarderà le professioni. Sarà questo l’imprinting. Bisogna rompere il monopolio, ad esempio, nel settore energetico o per i trasporti e scorporare la rete”.
Poi ha continuato: “Il referendum sull’acqua è stato un mezzo imbroglio. Abbiamo esercitato un voto nei confronti delle municipalizzate, non era su l’acqua ma riguardava tutta una serie liberalizzazioni di queste aziende. Sia chiaro l’acqua è e rimane un bene pubblico, è il servizio di distribuzione che va liberalizzato”.
Insomma, il sottosegretario all'economia fa finta di non sapere che la questione è chiusa. Oltre il 90 per cento degli elettori del referendum si è espressa contro le liberalizzazioni (leggere privatizzazioni).

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