Alcuni ragionamenti "a caldo" sul futuro progetto di cà Filissine:
- Il Sindaco prometteva la chiusura: In effetti la discarica verrà chiusa, si tra 15 anni, e lo avverrà definitivamente tra 50!
- Il Sindaco prometteva l'impatto ambientale ridotto senza odori e disagi: Con la soluzione presentata, invece, ci saranno molti odori e molti disagi, odori derivanti dal fatto che i rifiuti verranno lasciati degradare a contatto con l'esterno, i disagi per tutta la popolazione che dovrà sopportare ancora per 50 anni una discarica ormai "insopportarbile"
- La cosa più allucinante è che la stessa azienda che ha provocato il danno ambientale, dà disposizioni ad uno studio privato di trovare una soluzione. Presenta questo progetto al comune che lo riporta paro paro in provincia. Ora, se la provincia accetterà, questa azienda privata avrà un giro d'affari intorno ai 180 milioni di euro!!!
Tutto ciò alla faccia dei cittadini di Pescantina che si sono visti raddoppiare la tassa sui rifiuti!!!
Noi-Pescantina non è solito fare polemiche, ma si rattrista quando a fronte di proposte alternative (vedi nostri post precedenti) queste non vengono nemmeno prese in considerazione. Invece si decide tutto dentro al palazzo assieme alle aziende private, connubio, questo, che non farà di certo il bene dei cittadini, ma che riempirà le tasche ai soliti noti.
Ci chiediamo perchè l'amministrazione non ha mai presentato uno straccio di progetto alternativo in 5 anni? Perchè il Sindaco non ha informato i cittadini alla Sagra di queste decisioni scellerate?
Rimaniamo in attesa di risposte da parte dell'amministrazione, risposte che, statene certi, non ci saranno mai...
SOTTO L'articolo originale dell'Arena.
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Pescantina. Un intervento «radicale» che risolverà in maniera definitiva il problema della discarica Ca' Filissine di Pescantina.
È stato illustrato così, ieri mattina nella sede della Provincia di via delle Franceschine a Verona, il progetto di «bonifica e messa in sicurezza permanente della discarica controllata Ca' Filissine e dell'adiacente fondo Vigneto Ferrari».
I tecnici dello Studio Dall'Acqua e associati, cui la società Daneco ha commissionato sia il progetto che lo Studio di impatto ambientale, hanno spiegato nel dettaglio entrambi i documenti già inviati alla Regione per la Valutazione di impatto ambientale. Se da Venezia arriverà quindi il via libera all'operazione, si potrà procedere alla richiesta di dissequestro dell'impianto.
Gli esperti hanno fatto una breve cronistoria delle problematiche che hanno investito la discarica di Ca' Filissine dal 2004, quando per la prima volta un rilievo ha mostrato l'inquinamento della falda freatica, passando per il sequestro nel 2006, fino alla decisione della Provincia del gennaio del 2010 di definire le linee tecniche per la messa in sicurezza della discarica istituendo un Comitato tecnico composto da Provincia, Regione, Arpav e Università di Padova.
Il comitato ha individuato quattro potenziali fonti di contaminazione: alcune diffuse a monte della discarica di Ca' Filissine, malfunzionamenti della stessa discarica di Ca' Filissine, il vecchio deposito di rifiuti al di sotto del Vigneto Ferrari e infine lo stesso impianto viticolo. Da qui, spiegano i tecnici, la decisione di voler intervenire anche sul fondo Ferrari considerato «fonte di contaminazione di importanza preminente». In particolare, i tecnici hanno individuato tre emergenze ambientali: la presenza di un deposito incontrollato di rifiuti nella zona sottostante il Vigneto Ferrari; una contaminazione dell'acquifero superficiale; e la presenza di percolato molto elevato i cui costi di smaltimento sono oramai insostenibili per Comune e Provincia.
Il titolare del progetto l'ingegner Mario Dall'Acqua fa alcune precisazioni: «I problemi interni all'impianto non derivano da una colpevolmente inaccurata costruzione o gestione della discarica, ma dalle caratteristiche stesse del sistema, oggi superate». E aggiunge: «Si prevede che molte discariche "tradizionali" analoghe presenteranno a breve inconvenienti simili». Questo, secondo l'esperto, è dovuto in particolare «all'invecchiamento dei materiali da costruzione e nell'ostruzione dei drenaggi del percolato, che costituiscono un problema non risolto in tutte le discariche di tipo "tradizionale"».
E annuncia: «Per questo motivo il progetto proposto affronta il tema in maniera innovativa così da eliminare tali inconvenienti di natura costruttiva e gestionale». Si tratterà, chiarisce l'ingegnere, «di impianto profondamente diverso dalle discariche realizzate fino al recente passato, sostanzialmente viene superata la visione di un accumulo di rifiuti chiuso in modo ermetico ed impenetrabile verso l'esterno, per arrivare ad una concezione molto più sostenibile dal punto di vista ambientale, che considera prioritario il recupero biologico finale del corpo rifiuti, lasciandolo per un tempo sufficiente in contatto controllato con l'esterno (intorno ai 50 anni), in modo tale da consentirne una quasi completa biodegradazione».
E per giungere a questo risultato il progetto prevede diversi passi: si demolisce la tratta di barriera di cui è messa in dubbio la tenuta idraulica; si mette in atto un processo di escavazione e riempimento nel Vigneto Ferrari, che permette di asportare sia i terreni inquinati dall'uso di pesticidi e concimi chimici sia i rifiuti sottostanti; si ricostruisce la barriera base; si introducono nuovi rifiuti per permettere di sostenere i costi delle operazioni di bonifica in condizioni di maggiore sicurezza e infine si tratta tutto il corpo rifiuti in «semi-aerobiosi alternata ad anaerobiosi» per giungere a una decisa biodegradazione nel breve termine.
È previsto il conferimento di rifiuti di ridotta putrescibilità e bassa o nulla produzione di biogas. «Tuttavia», spiegano i tecnici, «per rendere la discarica sostenibile, sarà attrezzata per garantire comunque una stabilizzazione accelerata dei rifiuti con eventuale recupero energetico di biogas».
www.noipescantina.it
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