Secondo i dati dell'associazione ci sono undici "punti critici", uno ogni quindici chilometri
Tra questi, trentadue sono risultati fortemente inquinati, cioè con una concentrazione di batteri fecali pari almeno al doppio del limite concesso dalla legge. Sul podio, ancora una volta, i grandi laghi del nord Italia. Conquista anche quest’anno la maglia nera per l’inquinamento il lago di Como, con l’irrisolto deficit di depurazione, che si conferma il bacino lacustre con più criticità rilevate dai tecnici di Legambiente con dodici punti inquinati, in media 1 ogni 14 km di costa.
Preoccupante anche la situazione dell’alto lago d’Iseo, con 5 punti critici, mediamente 1 ogni 12 km, su cui continua a pesare la quasi totale assenza di depurazione della Valcamonica. Segue il lago di Garda con undici punti critici, in media 1 punto critico ogni 15 km e chiude la classifica il lago Maggiore con falle nel sistema di depurazione individuate in 7 punti, 1 ogni 24 km di lungolago. Mentre sono tre i punti critici riscontrati sul tratto italiano del lago di Lugano e sul lago di Bolsena nel Lazio.
"Ancora una volta - ha commentato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - il maggior numero di campioni risultati fuori legge sono stati prelevati alla foce di fiumi e torrenti, a conferma che i problemi per i laghi sono causati anche dagli scarichi dei comuni dell’entroterra. I comuni rivieraschi risultano più sensibili al tema del rispetto dell’ecosistema di bacini chiusi, e quindi più delicati".
www.noipescantina.it
0 commenti:
Posta un commento