L’Europa dà il via ufficialmente al progetto “smart city” e stanzia i primi 80 milioni di Euro per le cosiddette città intelligenti, ovvero quelle che riusciranno a ridurre i consumi e garantire, attraverso un’oculata struttura e organizzazione, uno sviluppo ecosostenibile.
L’atteso programma “Smart cities and communities” è stato, infatti, presentato ieri a Bruxelles alla presenza di oltre 500 rappresentanti delle amministrazioni locali europee che aspirano a candidarsi come città pilota che, attraverso quei fondi, si impegneranno a portare avanti progetti di ristrutturazione energetica e reti intelligenti.
“Con un pacchetto di 80 milioni di euro realizzeremo l’integrazione intelligente delle tecnologie energetiche nel tessuto urbano nelle città pilota selezionate – ha dichiarato il commissario europea per l’energia Günther Oettinger all’apertura della conferenza di lancio – Questo aprirà le porte a nuovi mercati per l’industria europea. Le città sono la chiave per raggiungere gli obiettivi della UE di risparmio energetico del 20% entro il 2020 e allo sviluppo di un’economia a basse emissioni entro il 2050, perché il 70% del consumo energetico della UE si svolge in città”.
Le città pilota che ambiscono a diventare “smart” riducendo le loro emissioni e ridisegnando il loro sistema energetico trarranno da queste operazioni molteplici vantaggi: dal risparmio di denaro dovuto al minor consumo energetico, all’aumento dell’occupazione dato dallo sviluppo e dalla diffusione di tecnologie energetiche innovative, dalle nuove opportunità di business al miglioramento della qualità dell’aria e della vita.
L’iniziativa punta dunque a ridurre gli incredibili consumi dei centri urbani europei nei quali vivono tre quarti della popolazione e che rappresentano, appunto, circa il 70% delle emissioni di gas serra in Europa. Con il programma Samrt Cities si interviene proprio sui quattro assiomi fondamentali dell’organizzazione dei centri urbani, assiomi che corrispondono anche ai 4 punti previsti da questo primo bando di finanziamento: il patrimonio edilizio, l’efficienza energetica, la pianificazione e la mappatura energetica delle città.
A questi primi 80 milioni di euro destinati alla riqualificazione energetica degli edifici, seguirà, stando a quanto annunciato a Bruxelles, un secondo bando destinato a finanziare iniziative dimobilità sostenibile e trasporti pubblico.
Ma come accedere ai fondi? E quali città italiane si sono candidate?
Per poter diventare “smart city” le città candidate dovranno elaborare progetti in grado di azzerare le emissioni di gas serra degli edifi nuovi o da ristrutturare intervenendo, ad esempio sulla produzione da fonti rinnovabili e sull’efficienza dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento.
Come ricorderete da un nostro articolo di approfondimento Torino è tra le città italiane in lizza per diventare smart city, ma anche Genova si candida a città pilota, come testimoniato dalla presenza a Bruxelles del sindaco Marta Vincenzi. Ma non solo città del nord, perché pure Bari, Palermo e Catania hanno deciso di aderire alla rete delle città intelligenti che entro il 2020 interesserà una trentina di città europee le quali dovranno impegnarsi a ridurre almeno del40% le loro emissioni.
Ma al progetto Ue stanno aderendo anche città extra-europee come Masdar City, il centro “ a emissioni zero” in costruzione alla periferia di Dubai o la città brasiliana di Curitiba esempio pionieristico d’eccellenza in fatto di sostenibilità urbana.
Riusciranno le nostre “città eroi” a diventare anche “intelligenti”?
di Simona Falasca
www.noipescantina.it
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